Quando programmi si scrivevano con i buchi

By Basilio Speziale at maggio 13, 2023 19.44
Filed Under: Tecnologie

Aprendo un vecchio libro del primo anno di università ci ho trovato dentro, usata come segna pagina, una scheda perforata. Questa richiama alla memoria i tempi nei quali il caricare un programma su un computer era fatto in maniera del tutto diversa da come si è oggi abituati.

All’inizio dei miei studi universitari ho fatto appena in tempo a vedere i sistemi a scheda perforata utilizzati nei laboratori di informatica negli anni precedenti, le macchine dedicate alla perforazione delle schede erano già state smontate e messe da parte in un angolo del laboratorio. Per noi matricole erano disponibili dei, decisamente più comodi, terminali a caratteri collegati al sistema di calcolo se stava nell’edificio accanto.

Dai racconti dei colleghi più avanti negli studi, la scrittura di un programma tramite schede perforate era una cosa che aveva bisogno dei suoi tempi infatti ogni scheda era costituita da dei rettangoli di cartoncino spesso del formato di 80 colonne per 12 righe, con una riga per i numeri decimali del programma e una riga per la descrizione del codice. Il programma veniva scritto sulla scheda con l'aiuto di una macchina per la perforazione che produceva i fori in corrispondenza delle colonne e delle righe indicate. Questi fori rappresentavano il codice binario delle istruzioni del programma.



Ogni scheda in genere rappresentava una singola linea di codice questa significava che se il programma era formato ad esempio da 10.000 linee di codice vi ritrovavate con uno scatolo con dentro un egual numero di schede in carta ordinate per numero di linea, pensate al volume occupato ed al peso dello scatolone.

Per poter eseguire il programma, lo scatolo contenete le schede andava consegnato al centro di calcolo per essere inserito in un’apposita unità di lettura, che interpretava il codice binario attraverso una serie di contatti elettromeccanici. Questi contatti trasformavano le istruzioni in segnali elettrici che venivano inviati all'unità centrale di elaborazione, dove venivano schedulati per l’esecuzione, Successivamente, magari il giorno, dopo ti consegnavano un tabulato con sopra stampati i risultati dell’esecuzione del tuo programma.

Come detto, al mio primo anno di università questi sistemi erano già storia passata anche se non tanto lontana visto che quanto detto mi e stato raccontato da studenti più “anziani” che lo avevano vissuto di persona.

Già dal secondo anno il centro di calcolo si era trasferito lasciando libero l’edificio per l’allestimento di un moderno laboratorio equipaggiato di Personal Computer IBM con modernissimi floppy da cinque pollici ed un quarto per la fantastica capienza di 180 Kbyte (notare il Kilo) e con a bordo (sul floppy) il nuovo sistema operativo MS DOS versione 1.0.

L'uso delle schede perforate comunque aveva alcuni vantaggi, come la possibilità di creare programmi complessi anche senza avere accesso a un computer e la possibilità di archiviare i programmi su schede che occupavano poco spazio. Il termine “poco spazio” come il resto va ovviamente inquadrato nel tempo e rapportato all’allora stato stato delle tecnologie dell’informazione.

L’utilizzo di schede perforate non era una novità nel panorama tecnologico, si trattava dell’adattamento di una tecnologia già da tempo affermata del settore della tessitura apparsa in Inghilterra nel XVIII secolo ed utilizzata per controllare i telai.

La tecnologia delle schede perforate per la tessitura è stata sviluppata da un tessitore francese di nome Joseph Marie Jacquard, che ha creato un sistema di tessitura meccanica che utilizzava schede perforate per controllare il movimento dei fili sui telai. Questo sistema ha rivoluzionato l'industria tessile, poiché ha permesso la produzione di tessuti complessi e decorativi in modo molto più veloce ed efficiente di quanto possibile sino a quel momento.

Le schede perforate di Jacquard contenevano i disegni dei tessuti e venivano inserite in un telaio speciale, il cosiddetto telaio Jacquard. Il tessitore poteva creare disegni molto complessi, perché poteva programmare il movimento dei fili con grande precisione attraverso le schede perforate. Il movimento dei fili seguiva il percorso dei fori presenti nella scheda, che rappresentavano il disegno del tessuto.

Questo sistema ha permesso di tessere tessuti molto più complessi di quelli che si potevano ottenere con i telai tradizionali, dove il tessitore doveva muovere manualmente i fili durante la tessitura. Inoltre, il sistema di tessitura meccanica ha reso il processo di tessitura molto più efficiente e ha permesso di produrre quantità maggiori di tessuti con minori costi di produzione.



L'invenzione del telaio Jacquard ha avuto un impatto enorme sull'industria tessile e ha contribuito alla nascita della rivoluzione industriale.

Di fatto le schede perforate di Jacquard erano il software ed il telaio era il sistema di elaborazione che produceva il tessuto. L'idea è di fatto alla base dell’utilizzo delle schede perforate per la programmazione dei primi computer e per la seconda volta ha contribuito ad una ulteriore rivoluzione industriale.

 

 

Basilio Speziale

Laureato in Scienze dell'Informazione presso l'università degli studi di Bari nel 1989, nonchè perito in elettronica industriale.